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TERRACENERE: “GRANDE FIDUCIA IN AUTERI E NEL BARI. LA PROMOZIONE NON CI SFUGGIRÀ”

L'intervista ad Angelo Terracenere, ex bandiera del Bari, oggi Direttore Tecnico delle giovanili del Molfetta



L’altro giorno ha compiuto 57 anni. Eppure sembra ieri quando lo vedevi correre su e giù per i campi della serie A, mettersi alle calcagna di alcuni dei più grandi numeri 10 che hanno deliziato le platee del massimo campionato italiano (Platini, Maradona, Zico). Angelo Terracenere, nato a Molfetta il 22 settembre 1963, è stato uno dei più amati mediani della storia biancorossa. Inesauribile nel suo moto perpetuo, encomiabile per attaccamento alla maglia. Ora è il direttore tecnico del settore giovanile del Molfetta, il club della sua città neopromosso in serie D. “Sono rimasto in biancorosso, i colori della mia vita calcistica”, dice sorridendo.

E il rapporto con il Bari?

“Lo seguo sempre, ci mancherebbe. E credo che quest’anno la promozione non ci sfuggirà”.

Perché?

“Si è puntato non su giocatori di nome, ma di categoria e su un tecnico che ha già vinto più volte il girone meridionale di serie C. Di Auteri tutti mi parlano bene, è un allenatore che fa giocare bene le sue squadre e spesso vince. E sappiamo quanto sia difficile coniugare bel gioco e risultati”.

Quest’anno non si può fallire l’obiettivo…

“E’ così, nella scorsa stagione la squadra mi sembrava troppo compassata, poco da corsa per la categoria”.

E’ stato giusto cambiare la guida tecnica?

“Vivarini ha svolto un ottimo lavoro, ma rispetto ad Auteri conosce meno questo girone di C. Ha pagato qualche pareggio di troppo ma credo che se ci fosse stato lui dall’inizio la storia sarebbe stata diversa. Ora dobbiamo avere piena fiducia in Auteri e nella squadra che è stata costruita”.

Auteri ha detto di ispirarsi a Fascetti e Catuzzi, due tecnici che a Bari hanno fatto la storia.

“Già il fatto che abbia citato Catuzzi mi ha reso felice. A Catuzzi devo la mia carriera, mi fece esordire in B a 17 anni, è stato il primo ad aver proposto la zona in Italia, molto prima di Sacchi. Un autentico maestro. Quanto al 3-4-3 è un modulo offensivo ma guai a pensare ad una squadra sempre all’attacco, bisogna avere equilibrio nelle due fasi di gioco”.

Torniamo alla campagna-acquisti: il presidente Luigi De Laurentiis ha detto di aver messo sul piatto altri 10 milioni di euro. Ma non sono arrivati nomi altisonanti, rispetto ad un anno fa. E allora, se si risparmia qualcosa sull’acquisto dei giocatori, non ritieni possa essere utile investire sul potenziamento del settore giovanile?

“Magari, mi auguro davvero sia così. Bisogna puntare sul vivaio, portare qualche giovane calciatore in prima squadra. Dall’anno scorso si è iniziato un lavoro, coordinato dall’ottimo Giuliano Antonicelli, ma bisogna investire di più sui tecnici e sulle strutture, realizzare un centro sportivo dove svolgere l’attività della prima squadra e del settore giovanile. In questi anni ho visto lavorare bene, per esempio, il Monopoli”.



Il Monopoli, la squadra che fu il tuo trampolino di lancio a 20 anni e che è stata la rivelazione nello scorso campionato. Quest’anno chi saranno le avversarie più temibili per il Bari?

“Premetto che vedo il Bari davanti a tutte. Poi il Palermo e subito dopo altre grandi piazze come Catania, Catanzaro, Terni. Tornerà il derby con il Foggia, anche se il vero derby per me resta sempre quello con il Lecce. Tra le pugliesi, oltre al Bari, credo che il Monopoli, guidato da un ottimo tecnico come Scienza, possa disputare ancora un campionato di rilievo”.

E chiudiamo con il “tuo” Molfetta. Come lo vedi ai nastri di partenza?

“Siamo una matricola in un campionato tostissimo, il girone H è il più difficile della serie D. Ma abbiamo un bel gruppo, giovane e guidato da un tecnico, Renato Bartoli, che cura tutto nei minimi dettagli ed è destinato ad una bella carriera. Diremo la nostra, con la prima squadra ma anche con la Juniores”.

E se lo dice Angelo Terracenere, c’è da fidarsi.


Vito Contento


LA SCHEDA



Angelo Terracenere è nato calcisticamente nel Bari che, dopo la trafila nelle giovanili, nel 1983 lo gira in prestito al Monopoli dove rimane per due stagioni prima di fare ritorno al Bari nel 1985. Dopo otto annate in biancorosso tra Serie A e B (256 presenze e 4 gol con una promozione dalla B alla A e la conquista della Mitropa Cup nel 1990), passa al Pescara. Gioca sino al 1999, quando durante un’amichevole con la Virtus Lanciano, a causa di un’entrata dura di un avversario, si frattura la caviglia destra: un infortunio che lo costringe al ritiro, a 36 anni.

Da allenatore ha avuto diverse e esperienze nel calcio dilettantistico pugliese, guidando Mollfetta, Polimnia, Real Altamura, Liberty, Victoria Locorotondo, Sporting Altamura, Atletico Vieste, Gravina e Audace Molfetta. Dal 2019 è Direttore Tecnico del settore giovanile del Molfetta Calcio.

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