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MAURO BRESSAN, DAL BARI ALLA CHAMPIONS

Aggiornamento: 20 giu 2020

L’ex centrocampista del Bari passerà alla storia per uno splendido gol in rovesciata segnato al Barcellona con la maglia della Fiorentina


Cresce calcisticamente nelle giovanili del Milan degli olandesi dell'inizio degli anni novanta. La presenza in prima squadra di assi del calibro Albertini, Evani e Donadoni non gli consentono di trovare spazio. Decide allora di andare a farsi le ossa in provincia: Perugia e subito dopo Como sempre in Serie C1 dove in poco meno di quattro anni colleziona 58 presenze e 6 reti.

Viene notato dal Foggia che lo fa esordire in Serie A nella stagione 94-95. Alla guida di Enrico Catuzzi colleziona 32 presenze ed una rete. A fine campionato però il Foggia retrocede ed i due anni successivi li passa al Cagliari, sempre in massima serie, collezionando 41 presenze. Nel 1997 lo contatta il Bari: «Avevo altre proposte, interessantissime soprattutto sotto l'aspetto economico. Verona e Perugia in particolare mi allettavano più delle altre. Ma ho preferito tornare in Puglia. Foggia (stagione 1994-1995, ndr) è stata la tappa decisiva della carriera, quella che mi ha lanciato nel grande calcio. Nonostante la dolorosa retrocessione, il bilancio personale di quell'esperienza è stato positivo».

Al suo arrivo in biancorosso dichiara: «Devo ringraziare sia il mister Fascetti che il direttore generale Regalia per l'occasione che mi hanno offerto. E' un'altra scommessa: voglio dimostrare a me stesso di valere il massimo campionato. Certo, a Bari per giocare. E' chiaro che dipenderà da me, nessuno mi ha garantito la maglia da titolare. Strada facendo vedremo: chi lo meriterà, andrà in campo». E di partite con la casacca biancorossa ne ha messe insieme un bel po’: 57 in due anni ed 1 gol.

Nel 1999 passa alla Fiorentina diventando compagno di squadra di Batistuta, Rui Costa e Chiesa. E proprio con la viola segna un gol passato alla storia. 2 novembre 1999, al Franchi di Firenze va in scena una partita stellare. Partita di Champions League tra Fiorentina e Barcellona. La viola di Mister Trapattoni, Rui Costa e Chiesa e il Barcellona di Van Gaal, Rivaldo e Figo. Al minuto 13’del primo tempo, con il risultato sullo 0-0, una palla respinta dalla difesa blaugrana termina fuori area, 30 metri dalla porta, si impenna e Mauro Bressan si inarca per una rovesciata incredibile che sorprende il portiere Arnau. Un gol incredibile, una magia del calcio.



Ancora oggi Mauro ricorda, in una intervista rilasciata a Tuttocalciopuglia.com, con piacere il suo passato in biancorosso: E’ un ambiente bellissimo, a volte questo dipende anche dai risultati ottenuti. Si creano unione e compattezza in tutto l’ambiente. Non c’è mai stato niente di negativo in tutta la mia esperienza. Fascetti era un elemento importante non solo dentro, ma anche fuori dal campo. In generale da parte di tutti c’era senso di appartenenza. Sono stato davvero bene”. Un solo gol in due anni…. “Lo ricordo ancora, a Bologna. Purtroppo perdemmo fuori casa 4-3, ma dal punto di vista personale fu soddisfacente. Certo, fino ad un certo punto. Ma ho sempre segnato pochissimi gol in carriera. Ma è anche vero che questo percorso mi ha poi permesso di andare alla Fiorentina”.



Era il Bari di Masinga, Mancini ed Ingesson; “Sono tre personaggi che mi sono rimasti nel cuore, sono andati via da noi troppo presto. Li ricordo però sempre con piacere, furono grandi protagonisti in quegli anni. Franco era taciturno ma leale, Ingesson un vichingo che non mollava mai. Masinga, invece, per me è stato un gigante buono. In area avversaria, però, faceva davvero molto male agli avversari”. Che peccato rinunciare all'Intertoto: “Si preferì rinunciare perchè fare quella coppa, secondo me, avrebbe portato un certo disagio non solo sulla preparazione atletica per la stagione successiva”. E sul Bari di oggi: “Bari merita la Serie A, partiamo da questo presupposto. Come arrivarci? Non conosco certe dinamiche, ma è impensabile il fatto di prendere questo club e non portarlo il più in alto possibile. Ora, però, meglio pensare a questi playoff. Il Bari può e deve giocarsela e se non sale quest’anno, sale il prossimo. Non c’è altra strada”.


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