top of page
  • redazione

IL MAGAZINE "LA VOCE BIANCOROSSA" IN EDIZIONE DIGITALE

La versione "sfogliabile" on line del nuovo numero del periodico della nostra testata pubblicato per il derby Bari-Foggia, match valevole per la decima di campionato



Battere il ferro finché è caldo. Adesso. Questo l’obiettivo dei ragazzi di Mignani. Provare ad allungare la classifica distanziando di ulteriori lunghezze i vari avversari così da poter tentare di gestire meglio il campionato, e così da poter timidamente iniziare a parlare di mini-fuga pur rimanendo rigorosamente coi piedi per terra. La Reggina dovette aspettare ben 15 giornate prima di scavare un primo solco di sette punti dalla seconda. La Ternana ne attese, invece, 12 prima di distanziarsi di sette punti dalla seconda. Dunque è bene aspettare ancora prima di poter parlare di fuga vera e propria. Anche per una questione di scaramanzia: ma da queste latitudini – si sa – è difficile mantenere equilibrio sia nel calcio che nella vita sociale, purtroppo è uno dei più grandi difetti di questa dicotomica città.

Un inizio così confortante l’abbiamo sognato tutti da due anni, e dopo tante fatiche siamo contenti, con un pizzico di emozione.

Una mezza impresa, dunque, per il Bari, coincisa con un insieme di situazioni che stanno preparando il terreno per l’obiettivo finale. Si comincia a costruire un percorso, insomma. Non è un caso che i biancorossi vincano determinate gare, perché la squadra ci crede sempre fino all’ultimo, non si disunisce. Certe gare, nei precedenti due anni, le avrebbero pareggiate o addirittura perse.

Contro il Monopoli c’erano i primi ambulanti fuori lo stadio a vendere le sciarpe e le bandiere, finalmente son tornati in tribuna i venditori dei mitici borghetti, si sono viste facce note che sono mancate fino adesso a ricoprire i posti della tribuna, bambini e ragazzini tarantolati dal momento positivo con bandierine in mano. E poi trombette, si son sentiti gli spettatori accompagnare l’inno con la sciarpata, ma soprattutto c’erano 10mila persone: primi vagiti di un entusiasmo ritrovato, malattia che a Bari può essere molto contagiosa.

Con la Turris, sia pur con qualche migliaio di

spettatori, la musica non è cambiata. Tutte sensazioni sopite da tempo e che prepotentemente sono riemerse dall’oblio. E pazienza se la tifoseria organizzata ha ancora snobbato l’incontro. Con la Turris ce n’erano di meno a causa, forse, del maltempo ma se la proiezione è questa è facile attendersi mercoledì contro il Foggia almeno altrettanti 10mila considerato che si tratta di un turno infrasettimanale e, dunque, un pienone sarà difficile.

In certi casi si crea l’alchimia, quella formatasi nella famosa stagione fallimentare il cui finale è noto a tutti. I tifosi sono riconquistati, il gruppo c’è, e quando ci sono questi ingredienti è inevitabile pensare positivo. Ma è meglio non andare oltre, rimaniamo tutti coi piedi ben piantati per terra anche se a Bari è difficile: basta, infatti, una scintilla per alimentare l’entusiasmo inconsapevoli che la scintilla può anche provocare pericolosi incendi. Dunque va bene l’entusiasmo ritrovato ma senza fare voli di Icaro.

Una squadra composta da uomini veri quella che si è vista fino adesso, e dopo tante delusioni trovare il risultato importante regala molte emozioni forti.

Certo, l’assenza della tifoseria organizzata, considerato che molti gruppi ultras di Italia si sono compattati di nuovo, fa specie.

Uno striscione apparso qualche settimana fa dove c’era scritto “De Laurentiis tempo scaduto” fa pensare come, al di là delle restrizioni Covid, ci sia dell’altro, perché altrimenti non avrebbero apposto quello striscione che con le restrizioni non c’entra nulla. Alcuni tifosi dal web puntano l’indice verso presunti privilegi mancati. Chissà.

Il buon momento che sta attraversando la squadra ci sembra, dunque, un motivo in più per tornare ad occupare i sedili della Nord con maturità e nel rispetto per le leggi. Con le mascherine si può stare vicini, lo dicono le altre tifoserie e altri eventi musicali, teatrali, sportivi, non lo diciamo noi. I tifosi della Salernitana, del Monopoli o del del Napoli (a Firenze lo spicchio dello stadio loro riservato era traboccante di tifosi), e non solo loro, seguono la propria squadra stando l’uno accanto all’altro e quelli del Bari no?

Di certo è risaputo che a Bari il forestiero non è mai ben visto. Basta ricordarsi dei Benetton che aprirono un negozio in via Sparano con le note polemiche che ne scaturirono, o di Oscar Farinetti col suo Eataly che, come per Benetton, suscitò un vespaio di polemiche: si pensi ai bolognesi che sono entrati nella Nuova Fiera dl Levante col 15%, anche qui polemiche e indigestione verso di loro. Così per De Laurentiis. Insomma, Bari non cambia. Ed un motivo ben preciso ci sarà.

I forestieri, evidentemente, danno fastidio perché guardano in casa propria ovattandosi viso e orecchie dal clientelismo, dai favori e dai privilegi che, invece, cordate locali sicuramente favorirebbero. Perché anche questo è un dato di fatto.


Clicca sul link sotto per sfogliare la rivista




154 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti
bottom of page