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GAETANO SALVEMINI, L’ARTEFICE DELLA PROMOZIONE IN A DEL BARI

Il tecnico ricorda i Matarrese, saluta i tifosi e si sofferma sui playoff


Noto nel panorama calcistico italiano come un grande professionista e allenatore serio, Gaetano Salvemini si è seduto su diverse panchine di Serie A, B e C prima di dedicarsi completamente alla sua famiglia e ai suoi nipotini. Ha lasciato un buon ricordo ovunque, in particolare a Bari dove è stato uno degli artefici della storica promozione in Serie A nel campionato 1988/1989, seguita dalla conquista della Mitropa Cup nel 1990 e da due salvezze consecutive nei campionati successivi. Ha inaugurato con orgoglio il nuovo stadio “San Nicola” in occasione dei mondiali di calcio e non ha mai smesso di seguire il suo Bari.

Salvemini, quando lei ha smesso di allenare era ancora giovane. Perché lo ha fatto?

Perché ho avuto quattro figli, ma non ho avuto la possibilità di goderne neppure uno. Non li vedevo mai per lavoro. Ho sempre svolto il mio lavoro con grande impegno e professionalità. Così, quando sono arrivati i miei nipoti, ho deciso di dedicarmi a loro.

E quando decisi, smisi davvero nonostante mi arrivassero ancora diverse offerte di lavoro. Non si vive solo per lavorare e guadagnare anche se ho fatto un mestiere bello e che mi è piaciuto tanto.

Ha allenato per molto tempo?

Una ventina d’anni circa. Ho iniziato ad allenare appena smesso di giocare, dopo aver frequentato il corso di Coverciano. Ho iniziato ad Empoli e poi ho girato parecchio tra A, B e C fino ad approdare al Bari che mi ha regalato una promozione a cui sono particolarmente legato. Credo di aver allenato una decina di squadre o poco più. Certo avrei potuto proseguire perché continuavano a cercarmi tante squadre, ma come ho già detto avevo ormai deciso di smettere.



Cosa ricorda della sua esperienza barese?

Tutto. Ricordo che improvvisamente mi arrivò una telefonata inaspettata verso le 8:30 da Bari: "Signor Salvemini, la famiglia Matarrese ha deciso che lei sarà il nuovo allenatore del Bari". Rimasi sorpreso quanto contento. In quel momento stavo trattando con alcune società anche importanti di A e di B. Ma quando mi è arrivata questa proposta mi son sono detto: "Ma come faccio a dire di no"? Tra l'altro sarei ritornato nella mia terra. Avevo solo paura di un famoso detto: nessuno è profeta in patria, ma alla fine ho accettato la sfida.

A quali squadre aveva detto di no per venire a Bari?

In quel momento c'erano in particolare due società importanti: Bologna e Genoa. Ma non potevo dire di no al Bari e al Presidente Federale. Una scelta ripagata da tre anni incredibilmente belli e dalla soddisfazione di aver riportato il Bari in Serie A.

Ma c’è qualcosa a cui è rimasto particolarmente legato nel periodo in cui è vissuto a Bari?

Senza dubbio il trionfo del campionato vinto. Quasi ogni domenica a Bari era una festa. Poi ricordo che finimmo il campionato con una promozione allo stadio "della Vittoria" e inaugurammo il "San Nicola". Un onore per me inaugurare il nuovo stadio. Ma sono tanti i momenti belli vissuti a Bari.

Anzi le devo dire, a distanza di tanti anni, di aver sentito il peso della responsabilità di allenare in un capoluogo, in una città come Bari e al cospetto di una grande tifoseria. Insomma, ci tenevo a non deludere nessuno, ad iniziare dalla famiglia Matarrese.

A proposito, com’è stato il suo rapporto con la famiglia Matarrese?

Decisamente ottimo. Ho conosciuto tutta la famiglia, ma con Vincenzo c’era un rapporto speciale. Ho avuto accanto un presidente straordinario che avuto una grandissima fiducia in me. Mi ha trattato come un fratello. Vorrei dirvi che una società e una famiglia come i Matarrese non ce ne sono a Bari.

Parliamo di attualità. Avrà certamente seguito gli ultimi sviluppi della Lega Pro. Il Bari giocherà il 13 luglio al San Nicola. Pensa di seguirli?

Cercherò di seguirli certamente, anzi spero di anticipare la venuta a Bari proprio per l'occasione, perché normalmente scendo verso fine luglio per trattenermi anche ad agosto.

Vuole salutare i tifosi del Bari?

Con grande piacere. Vi porto tutti nel mio cuore. Io soffro a vedere il Bari in Serie C perché non è il suo posto, ma non mollate questo è l'importante e sento di dirvi. Quindi auguri per una pronta risalita in B. E Sempre Forza Bari!

Rino Lorusso (giornalista International Web Post)

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