redazione
21 lug 20202 min
Ci siamo! Il Bari si accinge ad affrontare in finale la Reggiana, ultimo reale ostacolo al possibile approdo in B.
Andiamo ad analizzare lo schieramento tattico e le caratteristiche della formazione emiliana, guidata da Massimiliano Alvini:
Come da grafica, la Carrarese si dispone con un 3-4-1-2, modulo ben conosciuto da Alvini e che è stato il punto di riferimento durante la Regular Season e nell’inizio di questi Play-off. Come di consueto, l’analisi verterà sulle due fasi, difensiva ed offensiva:
- In fase difensiva, la difesa a 3 in figura passa ad una linea a 5, che va spesso a stringersi ed allinearsi quando la squadra è costretta a difendere bassa in area di rigore, mostrando una buona compattezza; in questo contesto, dei problemi sorgono dalla copertura dei due interni di centrocampo, a volte pigra e fuori tempo e che non garantisce un presidio ottimale della trequarti difensiva, zona da cui è nato l’unico gol finora concesso dalla Reggiana in questi Play-off.
In fase di pressione, l’atteggiamento dei due centrali (Spanò e Costa) tende ad essere aggressivo, fino a spingere il loro contributo nella metà campo avversaria, cercando di impedire alle punte avversarie di girarsi ed in questo modo costringerle ad abbassare ulteriormente la loro posizione; in questo contesto, la Reggiana alza il proprio baricentro in maniera corretta, impedendo una costruzione tranquilla agli avversari.
Il Bari ha nella verticalità e nel palleggio potenziali armi pericolose per far male alla Reggiana, con Laribi fulcro della costruzione alta e con gli inserimenti delle mezzali, che dovranno essere più frequenti ed effettuati con tempi più corretti rispetto a quanto visto nelle ultime due partite: spesso infatti il Bari tende a verticalizzare troppo presto e con la posizione delle mezzali poco pronta a sostenere la manovra, giungendo alla perdita del possesso.
- In fase offensiva, la Reggiana porta tanti uomini in appoggio, con i quinti di difesa che diventano esterni a tutta fascia, con almeno uno dei due interni di centrocampo (spesso Varone, ma anche Rossi) a dare supporto nella trequarti centrale, con il trequartista (Radrezza o Serrotti) abile nel cercare la posizione più pericolosa a seconda della situazione, e con le due punte che si completano per caratteristiche: Alvini affianca ad una punta più strutturata (Zamparo o Scappini) il giovane Kargbo, ragazzo rapido nello stretto, destro di piede, molto agile e con una buona tecnica di base, che lo rendono a tutti gli effetti l’elemento più pericoloso per questa finale. La Reggiana non disdegna l’attacco sulle seconde palle, con lanci lunghi sulla punta statica per sfruttare respinte o spizzate ad innescare la verticalità di Kargbo e di Radrezza.
Il Bari, a differenza della partita con la Carrarese, dovrà prestare maggiore attenzione agli attacchi avversari in profondità, cercando di coprire meglio la palla, e dovrà necessariamente porre un focus aggiuntivo sulla difesa dell’ampiezza del campo, soprattutto quando saremo costretti a difendere bassi nella nostra area di rigore, in quanto gli inserimenti dei quinti di difesa (Lunetta o Favalli a sinistra, Libutti a destra) sono frequenti ed effettuati con i tempi giusti; contestualmente, cruciale sarà il presidio della nostra trequarti difensiva, per evitare di abbassarci troppo e di subire situazioni confuse come rimpalli, respinte o tiri dai 20 metri.
ALESSIO BONANTE