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  • redazione

FINALE PLAYOFF, ECCO COME GIOCHERÀ LA REGGIANA

Analizziamo dal punto di vista tecnico-tattico l'avversaria del Bari



Ci siamo! Il Bari si accinge ad affrontare in finale la Reggiana, ultimo reale ostacolo al possibile approdo in B.

Andiamo ad analizzare lo schieramento tattico e le caratteristiche della formazione emiliana, guidata da Massimiliano Alvini:



Come da grafica, la Carrarese si dispone con un 3-4-1-2, modulo ben conosciuto da Alvini e che è stato il punto di riferimento durante la Regular Season e nell’inizio di questi Play-off. Come di consueto, l’analisi verterà sulle due fasi, difensiva ed offensiva:

- In fase difensiva, la difesa a 3 in figura passa ad una linea a 5, che va spesso a stringersi ed allinearsi quando la squadra è costretta a difendere bassa in area di rigore, mostrando una buona compattezza; in questo contesto, dei problemi sorgono dalla copertura dei due interni di centrocampo, a volte pigra e fuori tempo e che non garantisce un presidio ottimale della trequarti difensiva, zona da cui è nato l’unico gol finora concesso dalla Reggiana in questi Play-off.

In fase di pressione, l’atteggiamento dei due centrali (Spanò e Costa) tende ad essere aggressivo, fino a spingere il loro contributo nella metà campo avversaria, cercando di impedire alle punte avversarie di girarsi ed in questo modo costringerle ad abbassare ulteriormente la loro posizione; in questo contesto, la Reggiana alza il proprio baricentro in maniera corretta, impedendo una costruzione tranquilla agli avversari.

Il Bari ha nella verticalità e nel palleggio potenziali armi pericolose per far male alla Reggiana, con Laribi fulcro della costruzione alta e con gli inserimenti delle mezzali, che dovranno essere più frequenti ed effettuati con tempi più corretti rispetto a quanto visto nelle ultime due partite: spesso infatti il Bari tende a verticalizzare troppo presto e con la posizione delle mezzali poco pronta a sostenere la manovra, giungendo alla perdita del possesso.

- In fase offensiva, la Reggiana porta tanti uomini in appoggio, con i quinti di difesa che diventano esterni a tutta fascia, con almeno uno dei due interni di centrocampo (spesso Varone, ma anche Rossi) a dare supporto nella trequarti centrale, con il trequartista (Radrezza o Serrotti) abile nel cercare la posizione più pericolosa a seconda della situazione, e con le due punte che si completano per caratteristiche: Alvini affianca ad una punta più strutturata (Zamparo o Scappini) il giovane Kargbo, ragazzo rapido nello stretto, destro di piede, molto agile e con una buona tecnica di base, che lo rendono a tutti gli effetti l’elemento più pericoloso per questa finale. La Reggiana non disdegna l’attacco sulle seconde palle, con lanci lunghi sulla punta statica per sfruttare respinte o spizzate ad innescare la verticalità di Kargbo e di Radrezza.

Il Bari, a differenza della partita con la Carrarese, dovrà prestare maggiore attenzione agli attacchi avversari in profondità, cercando di coprire meglio la palla, e dovrà necessariamente porre un focus aggiuntivo sulla difesa dell’ampiezza del campo, soprattutto quando saremo costretti a difendere bassi nella nostra area di rigore, in quanto gli inserimenti dei quinti di difesa (Lunetta o Favalli a sinistra, Libutti a destra) sono frequenti ed effettuati con i tempi giusti; contestualmente, cruciale sarà il presidio della nostra trequarti difensiva, per evitare di abbassarci troppo e di subire situazioni confuse come rimpalli, respinte o tiri dai 20 metri.


ALESSIO BONANTE



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