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VOLGE AL TERMINE IL RITIRO DEL BARI, UNO DEI PIÙ BREVI DI SEMPRE

Le analogie con il ritiro a Campobasso del 1966



Sta per finire uno dei ritiri pre campionato più brevi nella storia del Bari. Chi vi scrive ne ha seguiti 24, mai durati meno di un mese. Il primo si tenne a Cassano Murge nel 1949, una specie di toccata e fuga. Il ritiro del 1966 a Campobasso, invece, ricorda per alcuni versi la situazione attuale. Il Bari veniva da una disastrosa stagione inserie C sotto la guida dell'argentino Hugo Lamanna. Il presidente De Palo contattò il semi sconosciuto allenatore  Lauro Toneatto, un veneto, tipico esempio di "razza Piave", reduce dall'esperienza col Siena, sempre in serie C. Toneatto propose l'acquisto di un centravanti di spessore. Prima il Bari provò inutilmente con Anastasi, poi, con uno stratagemma del segretario Filippo Nitti, riuscì ad ingaggiare Lucio Mujesan dall'Avellino, capocannoniere del torneo. Arrivarono anche ritocchi alla difesa e al centrocampo, dal portiere Antonio Lonardi al difensore Benedetto Marino. La personalità decisa e spiccata di Toneatto fece sì che l'allenatore si occupasse di tutto, dalla preparazione dei portieri, all'organizzazione degli allenamenti. Così duri e impegnativi che l'attaccante Franco Galletti scappò dal ritiro, fu rintracciato dal massaggiatore e riportato a Campobasso. 

Alla fine di ogni seduta di allenamento Toneatto sciacquava in un secchio grappoli d'uva e costringeva i giocatori a mangiarli, esaltandone misteriose qualità benefiche e terapeutiche. Inoltre controllava personalmente il quantitativo di vino versato nei bicchieri, durante il pranzo, perché non doveva superare un certo livello. 

L'acquisto poi del centrocampista Claudio Correnti trasformò la squadra biancorossa in una vera e propria macchina da guerra: campionato di serie C con ben 7 punti di vantaggio sull'Avellino, Mujesan capocannoniere con 19 gol. Un torneo trionfale per il Bari di Toneatto, subito in testa dall'inizio alla fine, con sole tre sconfitte nel torneo e la miglior difesa (14 gol subiti).  

L'augurio è che quest'anno i biancorossi possano ripetere le imprese di Toneatto e compagni. Le premesse ci sono.


Gianni Antonucci 


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