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TORRE DI MARATONA, LA GRANDE INCOMPIUTA

La struttura del Della Vittoria non fu mai portata a termine per problemi economici e fu demolita nel 1963


Il significato più appropriato da dare alla parola Maratona è quello di un grande sforzo fisico da compiere o appena compiuto per portare a termine un’importante missione o per il raggiungimento di un traguardo arduo e ostico convertendolo, il più delle volte, in una grande espressione di Vittoria. Per risalire all’etimologia della parola in oggetto bisogna andare tanto indietro nel tempo. Nel 490 a.C., in occasione della prima guerra Persiana, la Grecia si preparava a fronteggiare la calata del temutissimo esercito di Dario I Re di Persia il quale, per asti precedenti, aveva deciso di punire il popolo greco. Questo si preparava a difendersi ma le comunicazioni fra le diverse città greche, per organizzare e concertare una difesa comune, erano un serio problema non essendoci mezzi per raggiungere le diverse località atte alla preparazione della difesa. I messaggeri chiamati “Emerodromi” (uomini che corrono tutto il giorno) facevano la spola per portare quante più notizie possibili per respingere l’esercito Persiano. Uno di questi, Fidippide, fu più svelto degli altri riuscendo ad organizzare una strategia vincente che ebbe luogo nella Piana di Maratona dove il piccolo esercito riuscì ad avere la meglio.

Ecco perché De Coubertin, in occasione delle prime Olimpiadi moderne del 1896, volle istituire la prima gara podistica alla quale dette il nome di Maratona. Nome poi associato anche ad alcuni stadi Italiani perché a completamento dei lavori per la costruzioni di nuovi impianti sportivi nelle città di Bologna (1929), Firenze (1931), Torino (1933) e Bari (1934) si decise di dotare i nuovi stadi di una parte ornamentale posizionata al centro dell’impianto di fronte la tribuna d’onore. Ora, poiché il mondo latino non si discostava tanto da quello greco, l’evento della piana di Maratona assurse nel pensiero fascista a massima espressione di successo. Si decise, quindi, che quella parte ornamentale prendesse il nome di “Torre di Maratona”. Come già detto fu Bologna a dotarsi per prima di un nuovo stadio dove sul pennone della Torre troneggiava imponente una statua rappresentante la Vittoria. Tutt’oggi, con le dovute modifiche, la Torre allo stadio Dall’Ara è presente in tutta la sua bellezza. Dopo Bologna furono Firenze e Torino a dotarsi di nuovi impianti che, anch’essi con armonie architettoniche diverse, comprendevano le Torri.

Nel 1934 Bari inaugura il suo nuovo stadio che, per scarsi mezzi economici, non fu mai portato a termine. Era quello che più assomigliava all’impianto bolognese anche nell’aspetto che fu dato all’esecuzione della Torre di Maratona. Rimasta anch’essa incompiuta tanto che i tifosi la usavano, arrampicandosi, per sedersi ed assistere alla partita di turno. Dopo perizie tecniche che la ritennero pericolante, nel 1958 fu “murata” per limitarne l’esposizione alle intemperie. Nel senso che lo “scheletro” fu riempito di cemento per renderla più stabile. Dall’alto dei suoi 42 metri la torre ha dominato l’impianto barese per altri 5 tornei (due nella massima serie e tre in B). L’intervento, visibilmente molto blando ed approssimativo, fu ritenuto insufficiente tanto che nell’autunno del 1963, con delibera n. 1675 del Comune di Bari datata 24 settembre, ne fu deciso l’abbattimento.

In una città dove, da sempre tranne che negli ultimissimi anni, si pensava al domani e non al dopodomani venne giù quello che poteva essere un vero e proprio gioiello architettonico testimone di un pezzo di storia sportiva della nostra città. Purtroppo allo scempio dell’abbattimento della Torre di Maratona seguì, anni dopo, quello dello storico Palazzo della Gazzetta in Piazza Roma (oggi piazza Moro). Ah dimenticavo …. Sempre in ottica abbattimento non tanto tempo fa hanno buttato giù qualcosa sul nostro lungomare zona sud. Ma questa è un’altra storia ….

Michele Bonante

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