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QUANDO VENTOLA SEGNO' DAVANTI A 5MILA TIFOSI IN TRASFERTA

Al 48' la rete del vantaggio e l'esultanza storica aggrappato alla rete del campo. Finì in pareggio


Il Bari stagione 1996-97 fu costruito da nomi importanti e conosciuti (Doll, Ingesson, Guerrero), e da giovani di belle speranze, come Nicola Ventola, classe ’78, prodotto del vivaio biancorosso, promessa per l’attacco barese, appena rimasto orfano dell’idolo degli idoli: lo zar Igor Protti, primo capocannoniere della serie A a retrocedere con la propria squadra. Era ancora vivo nell’immaginario dei tifosi baresi il titolo di un noto quotidiano nazionale che invocava “uno scudetto per Protti”. Questa era la pesante eredità lasciata al giovane Nicola. Per la verità la società lo mise in buona compagnia nel reparto di attacco: oltre al confermato colombiano Miguel Angel Guerrero Paz, di ritorno da un prestito nel campionato spagnolo, c’erano anche due giovani e promettenti attaccanti: Francesco Flachi e Marco Di Vaio. Ma in quel Bari, Nick, come lo chiamavano i tifosi, seppe conquistarsi un posto importante a suon di gol. Ben 10, di cui sette realizzati fuori casa. Due gol in particolare, però, rimasero impressi nei cuori baresi, entrambi messi a segno nei derby di Puglia. Il primo, il 3 novembre 1996, in un Lecce-Bari finito 1-1 e che, dopo il vantaggio di Casale, sembrava destinato a vedere il successo dei padroni di casa. Il secondo, alla penultima giornata, in un momento estremamente delicato per le sorti del Bari.

A Foggia si gioca un derby “caldo” segnato dall’esodo di 5mila tifosi baresi (quasi la metà dei posti dello stadio). Un derby teso e vibrante, con il Bari nervoso ed inconcludente nel primo tempo. Ma, come spesso accade, i grandi attaccanti sanno risolvere partite come queste e Nick, dopo un passaggio illuminante di Ingesson (l’altro uomo derby di quella annata), al 48’ porta in vantaggio il Bari. Non la prendono tanto bene i foggiani che colpiscono il portiere del Bari Fontana dopo un fitto lancio di oggetti. Anziché sospendere la partita, l’arbitro Collina inventa una “soluzione” originale : nuova inversione dei campo e portieri ognuno sotto la propria curva. Il gioco riprende intenso, con una espulsione per parte.

Ma il Genoa, ad un punto dal Bari, non molla. Quando ormai i giochi sembrano fatti a favore del Bari, a nove minuti dal termine arriva il “dispetto” di Colacone: 1-1.

Nel frattempo, nemmeno il Ravenna fa sconti al Genoa e la penultima giornata si risolve in un “pari e patta” che, di fatto, consegna al Bari la possibilità di essere padrone del proprio destino nell’ultimo turno, in un San Nicola gremito come non mai, di fronte alla matricola Castel di Sangro. I 10 gol di Ventola, barese verace, regalano la promozione al Bari. Quell’esultanza di Nick appeso alle reti divisorie del campo con la curva biancorossa in trasferta diventa la fotografia di quel campionato.


Francesco Girone

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