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QUANDO DE PALO RIVOLUZIONO' IL BARI VENDENDO MUJESAN
Nel 1968 sfumò la serie A. Via il capocannoniere e arrivarono 4 giocatori: squadra promossa

Giugno 1968. Il Bari attraversava le stesse difficoltà di oggi. I biancorossi, infatti, erano reduci dalla partita-spareggio col Verona per sbarcare in serie A. Scontro diretto alla penultima giornata: pugliesi a 46 punti, veneti a 45 punti. Sarebbe bastato il pareggio per essere promossi. La partita si giocava al Della Vittoria. Atmosfera elettrizzante, stadio stracolmo, entusiasmo, bandiere, in città non si parlava d’altro.
Il gol di Galletti apre le porte al paradiso. Tre minuti dopo Mujesan, il cannoniere del campionato, sbaglia incredibilmente il 2-0. Sembrava fatta, quando la squadra va in tilt. I giocatori non corrono più, hanno le gambe di marmo. Il Verona cresce tra l’incredulità dei tifosi biancorossi, Finisce 2-12 per gli scaligeri e addio serie A. Per giorni la città è come tramortita, inerte, dilaniata dalle polemiche. Il presidente Angelo De Pallo decide di reagire. Un segnale importante. Prima conferma Toneatto come allenatore, poi indice una riunione alla quale invita giornalisti e “consiglieri” per trovare una via d’uscita. Il risultato? Il Bari avrebbe ritentato la scalata autofinanziandosi. Così viene messo sul mercato Mujesan, il capocannoniere, il giocatore simbolo. Il Milan offre 350 milioni di lire. Il Bologna l’equivalente di 300 milioni, ma in giocatori. Quelli che servono a ripartire. Proposta accettata. Toneatto da tempo aveva nel mirino il centrocampista Mario Fara del Catania ma di proprietà del Bologna. Con lui arrivano nel capoluogo il poriere Spalazzi, il terzino Galli, il mediano Tentorio e l’ala sinistra Tonoli. Il Bari si priva del gioiello, l’attaccante risolutivo ma approda in serie A grazie alla forza del collettivo e alle punizioni di Fara. A volte, dal passato, possono arrivare le soluzioni per il presente.
Gianni Antonucci