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  • redazione

NUOVE E VECCHIE MAGLIE. PERCHÉ MAI UNA DI COLORE VERDE?

Nella scelta cromatica delle casacche da gioco, da sempre, ne manca una di colore verde



Da qualche ora la S.S.C. Bari dispone della nuova collezione di maglie per la stagione di Lega Pro 2020-21. Lasciando inalterati i colori delle prime due casacche (il bianco ed il rosso) per la scelta della terza (nera) si è voluti tornare indietro ad un passato abbastanza recente. Per cercare analogia con altre maglie, la bianca ricorda vagamente quella della stagione di serie B 2011-12 con mister Torrente alla guida di un Bari che faticosamente si risollevava dallo stordimento di una retrocessione e di uno tsunami verificatosi all’indomani dello scandalo di alcune partite “aggiustate”. Quella rossa, la”seconda”, è, fra le tre, quella che presenta una novità dal punto di vista grafico. Quella fascia inserita sulla spalla sinistra è di gradevole effetto e, per trovare similitudini, può richiamare la maglia rossa utilizzata, con l’inserto però posto dalla parte destra, nella mai dimenticata stagione 2009-10 quella del decimo posto in seria A. La maglia nera, nella ultracentenaria storia Biancorossa, è stata utilizzata, in gare ufficiali, in tre stagioni.



La prima in assoluto nella stagione 2014-15, Paparesta presidente, conclusasi al decimo posto. La seconda nel 2017-18, anno orribile per i colori biancorossi conclusasi con il fallimento della società. E, in ultimo, nel primo anno della gestione De Laurentiis stagione 2018-19 stagione culminata con la promozione in Lega Pro. C’è un altro precedente con una maglia nera. Bisogna tornare indietro di ben 82 anni allorchè i Biancorossi al termine della stagione di serie A 1937-38, invitati in Albania per festeggiare le nozze di Re Zogo, sfoggiarono un’inedita casacca nera con uno stemmino biancorosso sul petto.



A livello collezionistico la maglia è l’oggetto più ambito e ricercato. Nel corso degli anni le ricerche sono diventate sempre più pressanti e mirate alla conquista del pezzo più pregiato e raro. Senza dubbio la più ambita e, parere personale, più bella è la casacca “Pouchain” con il primo galletto , dopo quello della stagione 1936-37, sul petto dei prodi biancorossi nella stagione 1978-80. Galletto disegnato dal noto artista Piero Gratton, da poco scomparso, che fu autore anche dei simboli stilizzati di Roma, Lazio, Palermo, Ascoli e Udunese.



Citazione dovuta anche per la maglia, anch’essa molta ricercata, dove compare per la prima volta in assoluto lo sponsor. Trattasi della casacca della stagione di Serie C 1983-84. Stagione fortunata che vede il Bari riconquistare, dopo un solo anno di permanenza, la serie cadetta e raggiungere una storica semifinale di Coppa Italia contro il Verona, Campione d’Italia l’anno seguente, con la storica eliminazione della Juventus dopo la strepitosa vittoria in trasferta per 2-1.



Ufficialmente manca, nella storia delle maglie presentate prima di una stagione agonistica, una casacca di colore verde. Verde che si sarebbe sposato mirabilmente con i colori bianco e rosso ….. Personalmente, a tutte le varie gestioni che si sono alternate in questi anni, ho suggerito la possibilità di avere come terza maglia una di colore verde. Suggerimento mai colto… Ci sono due precedenti, occasionali, con questa gradazione di colore. Stagione 1993-94 terza giornata del torneo di serie B il Bari gioca a Vicenza e per un disguido tecnico la squadra è costretta a giocare con maglie di fortuna di colore verde. Con un perentorio 1-5 in trasferta il Bari quella domenica inizia una cavalcata che culmina, a fine stagione, con il ritorno nella massima serie.



L’altro precedente è quello di una, permettetemelo, orribile maglia verde con addobbi natalizi, stagione 2015-16, della quale ometto foto e descrizione. In chiusura una considerazione tecnica. La prima maglia con il galletto stilizzato aveva un peso di 285 grammi circa. La maglia della scorsa stagione pesava “solo” 120 grammi. Portare una maglia comporta, da sempre, un onore per chi la indossa e fino a qualche anno fa anche … un peso.


Michele Bonante

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