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  • redazione

LA "10" BIANCOROSSA

Da Conti a Fara, da Lopez a Maiellaro, da Platt a Doll, fino a Barreto e Brienza. Oggi tocca indossarla a Ruben Botta



Il numero 10 sulla maglia ha fino a pochi anni fa rappresentato il calciatore capace di grandi giocate, di cambiare le partite con un’invenzione, un gesto tecnico, una punizione. Veniva piazzato dagli allenatori sulla trequarti di gioco avversaria nello spazio fra centrocampisti e difensori proprio per creare situazioni pericolose in fase offensiva. Oggi la maglia numero 10 ha forse un pò perso quel valore, ma resta il fascino di quel numero, sinonimo di fantasia applicata alla pedata, di imprevedibilità, di pause e lampi, di luci accese improvvisamente a rischiarare il buio intorno, di ritmo sincopato e pennellate d’autore. Tanti i calciatori che hanno indossato la “numero 10” nella storia biancorossa, e che hanno fatto sognare la tifoseria: dall’oriundo Raul Conti a alla fine degli anni ‘50 fino a Mario Fara sul finire dei ‘60, da Totò Lopez agli inizi degli anni ’80 fino allo “zar” Pietro Maiellaro a cavallo tra gli ’80 e i ’90, per passare all’inglese David Platt ad inizio anni ’90 fino al tedesco Thomas Doll sul finire dei ’90, dal brasiliano Paolo Vitor Barreto indimenticato “numero 10” del primo decennio degli anni 2000 fino al più recente Franco Brienza che ci ha tirato fuori dalle secche delle serie inferiori dopo il fallimento. Oggi la “10” la indossa Ruben Botta, con una responsabilità sulle spalle importante: quella di riuscire a farsi amare dalla tifoseria biancorossa al pari dei suoi predecessori. I numeri Ruben ce li ha tutti… se solo trovasse la continuità ed un posto stabile da titolare potrebbe forse riuscire a lasciare un segno da queste parti ed entrare di diritto nella storia dei “numeri 10” biancorossi.

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