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IO E PIETRO, GLI AMICI DI SEMPRE

Domenico racconta Cianci, la pesca e le partite alla playstation

Gli amici sono per sempre. Come i diamanti. Domenico e Pietro sono cresciuti insieme, sono rimasti i compagni di una vita, uniti da quel collante fatto di emozioni, esperienze, energia, difficoltà superate. Appena possono, si ritrovano tra i vicoli della città vecchia. Non sono cambiati, nonostante, Pietro sia diventato più famoso di Domenico. Almeno nel calcio.

E così Domenico ci racconta l’amico Pietro Cianci, l’attaccante biancorosso che ha restituito quel pizzico di baresità mancante ad una squadra ancora in cammino sulla strada dei playoff: “Per me resta Pietro. Siamo nati e cresciuti insieme allo "scaffuato", una zona precisa del borgo antico. Lui è un ragazzo solare e divertente, ma anche un grande burlone: prende in giro praticamente tutti gli amici. Negli anni è migliorato, calcisticamente parlando, lavorando sodo. Non ha mai mollato. E’determinato, forte, duro, come le chianche delle nostre strade”.

Quando non gioca, Pietro come trascorre il tempo libero?

“Da buon barese ama la pesca. Quante nottate insieme passate sulla barca... E la mattina si rincasava senza aver preso nulla, tra le immancabili risate. Non segue in tv programmi preferiti. Non ha una trasmissione particolare a cui è legato. Gli piace fare zapping, passando da un programma all’altro. Per i video giochi è diverso. Online siamo bravissimni a PubG, una delle migliori alternative a Fortnite. La sigla è l’acronimo di Player Unknown’s Battlegrounds. La storia? Un aereo con 100 giocatori a bordo sorvola un’isola di 8km x 8km, tutti si lanciano con il paracadute e iniziano a cercare armi, munizioni, corazze, kit medici, oggetti, veicoli. L’obiettivo? Uno solo: eliminare gli altri e rimanere l’unico giocatore in vita. Una lotta davvero all’ultimo sangue”. Pietro ha rischiato seriamente di non giocare più a calcio per un problema alle anche quando era ancora bambino... “Ricordo pochissimo quel periodo perché eravamo molto piccoli. Non posso però dimenticare il suo sguardo quando noi ci divertivamo col pallone. Lui era molto triste e noi non sapevamo come aiutarlo. Per fortuna è andata bene ed oggi parliamo di lui e del sogno che ha realizzato. Pietro racconta sempre un particolare. Una notte sognò Padre Pio, e dopo poco tempo uscì dal tunnel”.


Gli amici come stanno vivendo la sua notorietà? “Dal punto di vista emotivo è come se giocassimo le partite con lui. Pietro va in campo ma noi gli stiamo praticamente vicini con una valanga di messaggi di incoraggiamento. La partita vera e propria gli amici la seguono tutti insieme. Con il Foggia abbiamo vissuto l’apoteosi. Quando ha iniziato i preparativi per battere la punizione, abbiamo capito subito che avrebbe segnato. E’ come se in quel momento tutti noi avessimo spinto il pallone nell’angolino. Eravamo al settimo cielo. La sera ci ha raggiunti allo “scaffuato” e ci ha offerto da bere”. Dal Potenza al Bari. Come avete vissuto il passaggio di squadra? “Prima della firma aveva un “priscio” incredibile. Non vedeva l’ora di indossare la maglia biancorossa. E noi ogni giorno a chiedergli: “Ma quando arrivi?”. Prima di essere un calciatore professionista Pietro è stato soprattutto un tifoso di curva. Tante le trasferte al seguito del galletto... “Verissimo. La passione per il Bari ti divora, ti tormenta quando le cose non vanno come dovrebbero. La trasferta indelebile? Quella della meravigliosa stagione fallimentare a Latina. Finì 2-2. Peccato per il risultato, ma il viaggio fu bellissimo: cori nel pullman, soste in autogrill con tanto di frutti di mare. Il resto è top-secret. Ma vi assicuro che Pietro era uno di noi”.


Nella città vecchia quanti Cianci in erba ci potrebbero essere? “Le strade e le corti le considero un vivaio a cielo aperto. Ci sono tanti bambini fortissimi che però non continuano a tirare calci al pallone perché arriva l’età del lavoro e non tutti, nonostante abbiano talento a volontà, possono continuare a giocare per arrivare così in alto. Nella vita, come nel calcio, serve anche un pizzico di fortuna”. Domenico, un giudizio su questo Bari? “Quest’anno la squadra è altalenante, alterna prestazioni belle a partite sotto tono. Credo che la Ternana ormai sia volata via. Non ci resta che sperare nei playoff, magari arrivando in serie B dalla porta secondaria, trascinati da i gol di Pietro”.

Giosè Monno

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