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IL BARI E LA PANCHINA CHE "SCOTTA"

Storie di allenatori che hanno avuto vita breve alla guida dei biancorossi


Nella foto Ernő Erbstein



Se Gaetano Auteri è l’allenatore numero 70 della lunga storia del Bari, c’è da evidenziare che non sono molti i tecnici che hanno avuto la fortuna di restare per lungo tempo sulla panchina biancorossa. L’ultimo fu Giovanni Cornacchini, esonerato dopo la sconfitta con la Virtus Francavilla. Il record, in termini di brevità, appartiene all’ungherese Janos Nehadoma, rispedito a casa dopo la prima giornata, nel campionato del 1946, al termine del quale il Bari si classificò al settimo posto. Quattro giornate durò nel 1948 un altro magiaro, Andras Kuttik. Una in più (5) invece Salvemini nel 1991 e Magni nel 1963: entrambi avevano guidato la squadra nelle stagioni precedenti.

Dopo sei turni nel 1932 salutò Erbstein, Due anni dopo toccò a l’austriaco Engelbert Koenig, mentre stesse sorte fu riservata ancora a Kuttik nel 1947. Sette partite resistettero Federico Alassio nel 1950 e Francesco Capocasale nel 1960. A otto arrivò nel 1964 Paolo Tabanelli, nove quelle di Gianni Pirazzini nel 1975, dieci ciascuno invece per Mario Santececca e Angelo Sciannimanico. Particolare curioso a proposito di debutti. Con Devis Mangia in panchina Caputo e Galano firmarono il successo sull’Entella. A Mangia subentrò Davide Nicola e sempre Caputo e Galano realizzarono i gol della vittoria nella giornata del debutto del nuovo tecnico nella partita numero 584 in serie B. Poi, gli avventurieri e i pifferai magici hanno pensato bene di cancellare il Bari dal calcio che conta. Adesso tocca ad Auteri far sognare di nuovo una città intera.


Gianni Antonucci

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