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BARI, VIAGGIO NEL TEMPO ALL’ORIGINE DEL GALLETTO

Fu un referendum a decretare la scelta del “galletto” come simbolo del Bari


Il 1928 risulterà, nel corso dei tempi, l’anno che ha più segnato la storia del Bari attraverso avvenimenti di grande rilevanza. E’ l’anno in cui vengono definitivamente adottati i colori biancorossi come colori sociali, è l’anno che vede l’approdo nella tanto agognata massima Divisione ed è l’anno in cui alla squadra barese viene assegnato, in maniera definitiva, un simbolo. Dopo aver indetto, qualche settimana prima, un referendum in cui si chiedeva ai partecipanti di scegliere un simbolo che andasse ad identificare l’attività agonistica sportiva dei calciatori biancorossi, il notissimo Settimanale “Cine-Sport” diretto da Ferdinando Pinto, nell’edizione del 26 settembre 1928 a firma di Alfredo Bogardo, dichiarava ufficialmente chiuso il referendum decretando che il simbolo che avrà accompagnato le imprese del Bari sarebbe stato il “Galletto”.



Così, dopo Milan, Juventus, Torino, Internazionale, Brescia, Triestina anche la squadra barese aveva il suo stemma sociale. Stemma che appare per la prima volta sulle casacche biancorosse nella stagione 1936-37. Trattasi di un ovale bianco con un contorno rosso su una maglia completamente bianca. Maglia indossata in quella stagione da calciatori del calibro di Costantino, Ferraris IV, Grolli, Capocasale, Grossi.


Il galletto scomparirà, inspiegabilmente, dalle maglie della squadra barese per oltre quarant’anni per poi riapparire in tutta la sua originalità e bellezza grafica nella stagione 1979-80. Il noto artista e grafico Piero Gratton (da poco scomparso) disegnò alla fine degli anni ’70, in stretta collaborazione con lo sponsor tecnico Pouchain, simboli sociali per Lazio, Roma, Ascoli, Palermo Udinese e Bari. Il Galletto “stilizzato” ebbe un successo clamoroso e, ancora oggi, viene ricordato e spesso invocato come il gallo più bello apparso sulle maglie biancorosse.



Galletto che dal 1979 fino al 2013-14, ultima dell’As Bari, ha assunto contorni e collocazioni diverse a seconda della tipologia della maglia.



Dalla stagione 2004-05 appare sotto il simbolo, la scritta "as bari" fino a quel momento assente. Particolari trasformazioni sono avvenute per le maglie degli anniversari dei 90 e 100 anni della società. Negli anni che seguiranno l’uscita di scena della famiglia Matarrese dopo la mai dimenticata “stagione fallimentare” del 2014, lo stemma sociale vivrà momenti travagliati, per subire non poche trasformazioni (Foto 4).



Con l’avvento dell’era Paparesta il galletto scompare dalle maglie sostituito da un disegno che, ancora oggi, appare di difficile comprensione. Dopo due anni, con l’avvento della nuova proprietà, riappare nuovamente il famoso pennuto sulle casacche biancorosse . Il galletto è disegnato in uno stemma ovale arrampicato su di un pallone con la scritta “BARI football club 1908”. Ancora un paio d’anni inenarrabili ed il Bari scompare dalla geografia del grande calcio. Il Bari rinasce Il primo giorno di agosto del 2018 grazie anche ai buoni uffizi del sindaco Antonio Decaro Il quale, in una calda mattinata d’estate, consegna alla società Filmauro nella persona del presidente Aurelio De Laurentiis, il titolo sportivo della società biancorossa. E’ l’inizio di una nuova ed ennesima storia. Il povero gallo cambia ancora i suoi connotati. Appare in una forma impettita ed aggressiva quanto basta. Solo il tempo potrà dirci se questo sarà stato il più bello ma soprattutto, si spera, il più vincente.


Michele Bonante

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