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BARI, LA CHIAVE TATTICA PER VINCERE I PLAYOFF

Gli accorgimenti di mister Vivarini per affrontare al meglio la Ternana



Mancano ormai poche ore all’esordio del Bari nel secondo turno della fase nazionale dei playoff di Serie C, che vedrà il Bari contrapporsi alla Ternana. Andremo adesso ad effettuare un focus su quello che potrà essere lo schieramento del Bari, i dettagli tecnico-tattici, i punti di forza e le caratteristiche dei calciatori che potranno fare la differenza dal 13 Luglio in avanti. Partendo dallo schieramento tipo e da quelli che potranno essere gli 11 titolari, l’analisi si dividerà per 3 principali fasi di gioco: fase difensiva, fase di transizione positiva (ovvero la fase immediatamente successiva alla riconquista del pallone) e fase offensiva. Il modulo di riferimento del Bari di Vincenzo Vivarini è il 4-3-1-2, che sarà la base di partenza e di cui vedremo gli sviluppi nelle differenti fasi di gioco.

Fase difensiva

In fase organizzata di non possesso, ovvero a difesa schierata, il Bari si dimostra organizzato nelle coperture e nelle scalate difensive. L’atteggiamento generale di squadra è quello di mantenere un baricentro medio-alto, con annessa una buona pressione sul possesso avversario in modo da cercare di riconquistare il pallone e mantenere il controllo della gara. Quando la squadra è costretta ad abbassarsi e a difendere vicino alla propria porta, la linea difensiva a 4 si stringe e va a difendere di posizione nei pressi della propria area, in modo da sfruttare le abilità nel gioco aereo di Perrotta e soprattutto di Sabbione e limitare le lacune in fase di posizionamento dinamico; in questo contesto, si rivela fondamentale il lavoro delle due mezzali (in questo caso di studio Maita ed Hamlili) che hanno il compito di andare a limitare il lavoro degli esterni in spinta avversari, evitando loro una eccessiva facilità e tranquillità di palleggio; mentre Bianco presidia la zona centrale coadiuvato dalla mezzala non impegnata nella chiusura sull’esterno, Laribi si posiziona nella zona centrale, qualche metro in avanti rispetto a Bianco per schermare e togliere linee di passaggio ai centrocampisti avversari; le due punte, Antenucci e Simeri, si occupano di sporcare le linee di passaggio in costruzione verso i terzini avversari, lasciando preferibilmente il palleggio ai centrali difensivi della squadra antagonista. A seconda delle situazioni di gioco, nelle parti finali di gara il Bari si è anche difeso con un più compatto 4-3-3, allargando Simeri ed il subentrante D’Ursi sull’esterno, scenario che potrebbe ripetersi in questi playoff, anche considerando il doppio risultato a disposizione per superare questo turno.

Transizione positiva

In questo scenario, la squadra ha appena riconquistato palla ed è quindi una fase di primo possesso; vale la pena di sottolineare questa fase in quanto è una delle caratteristiche e delle armi principali del Bari di Vivarini; ci sono infatti squadre che, per scelta o per caratteristiche, in questa transizione preferiscono mantenere il possesso basso, rallentare i ritmi e cercare con pazienza nuovi spazi; ci sono invece compagini che, come questo Bari, nelle giuste condizioni adoperano una transizione positiva rapida, verticale e studiata in modo da far male all’avversario pochi secondi dopo la riconquista della palla. Soprattutto in trasferta, infatti, il Bari ha spesso scelto questa soluzione andando a sfruttare le buone capacità verticali di Antenucci e Simeri e la buona rifinitura nel lungo di Laribi, Costa e Maita. Nei playoff potrà di certo rivelarsi una risorsa importante, complici le condizioni climatiche e di forma che aumenteranno gli spazi concessi alle ripartenze veloci.

Fase offensiva

In questa fase, ovvero di possesso consolidato (ad esempio durante la costruzione dal basso), Vivarini imprime un buon ritmo alla manovra, con passaggi diretti, preferibilmente rasoterra o a mezza altezza considerando le caratteristiche delle punte, andando a sfruttare le abilità di palleggio dei vari Bianco, Maita, Schiavone e Laribi. Altresì importanti sono i movimenti senza palla: le mezzali si muovono nei mezzi spazi e tra le linee, in modo da fornire soluzioni di passaggio ed ampiezza. Per quanto riguarda l’apporto degli esterni bassi, Ciofani tende a rimanere più prudente e a fornire supporto alla manovra; al contrario, Pippo Costa si propone costantemente sulla fascia sinistra e fornisce soluzioni di gioco, andando a sfruttare la sua tecnica di calcio e l’abilità di “vedere gioco” dall’esterno, rendendosi pericoloso con cross o passaggi diretti tra le linee. Vivarini inoltre cerca di valorizzare il tasso tecnico di Antenucci, mettendolo in condizione di esprimersi secondo le sue caratteristiche di attacco degli spazi e scaltrezza; importante è anche il ruolo di Simeri: a lui compiti di supporto e movimento attorno ad Antenucci ed in profondità.

ALESSIO BONANTE

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